Lei: un violino, sinuoso, piena di una grazia non di questo mondo.
Lui: una grancassa, imponente e chiassoso.
L’Altro: un clarinetto (non pensate male), a minare l’idillio tra i due.
Lui: non faceva altro che tuonarle ordini perentori.
Lei: rispondeva delicata, triste melodia schiacciata da Lui.
L’Altro: sapeva toccare le corde dell’animo di Lei, la faceva ridere di cuore.
Lui: sentiva che qualcosa non andava, una nota stonata nel loro rapporto, ma era ben lungi dal riconoscere di essere lui stesso l’autore del torto.
Lei: era divisa, confusa e sì, amareggiata; non era forse meschina, a continuare quella pantomima con Lui, quell’amore fraudolento?
L’Altro: la vedeva distratta, con la sofferenza negli occhi, Lei ormai fuori tempo, insufficiente il solo amore.
Lui: arrivò a picchiarla, ma mal gliene incolse, perché arrivò L’Altro, con la pistola a tamburo, e con unico colpo mise fine al suo rimbombo.
Lei: ormai era sola, Lui morto e L’Altro in prigione, strumento solitario, vagava per casa inebetita, bramando la morte, la custodia di legno in cui venir per sempre riposta.
Can I just…
1 ora fa
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