La gente non ci fa nemmeno caso, ma la zigrinatura sul bordo delle monete è varia e multiforme. Io ho girato il mondo per anni, con l’avvento dell’euro si sono perse molte varianti interessanti, ed è una cosa di cui mi rammarico. Mi piaceva rigirarmi le monete francesi fra pollice e indice, la zigrinatura alternata a spazi vuoti delle monete da dieci franchi, la sua assenza nelle monete da venti centesimi, con quel loro bordo sottile e scivoloso, il suo affollarsi nelle monete da un franco, il loro dorso che grattava leggermente contro le mie dita, e le loro sorelline da mezzo franco, dal bordo leggermente più cicciotto, che ispiravano tenerezza. In realtà, apprezzo la sensazione tattile globale che mi dà la moneta, il materiale stesso di cui sono fatte. Le mie preferite sono quelle dedicate ad anniversari, per me l’equivalente di una moglie che indossa una mise provocante per ravvivare il rapporto. E funziona. Con le monete italiane ho sempre avuto un rapporto di amore/odio, per motivi che spiegherò poi, ma le monete commemorative hanno sempre fatto breccia nel mio cuore. Le cento lire dedicate a Marconi, con in rilievo sul davanti il suo faccione con le rughe d’espressione e i pochi capelli, mentre sul retro un’antenna a forma di rombo, con i lati rappresentanti ognuno un fascio teso di fili conduttori, semplice e complesso, forme semplici ma dettagliate, il mio pallino da sempre. Ce ne sono state altre, ovviamente, ma questa è la mia preferita, non so neanche io il perché. Onore alla Zecca. Ma anche parecchi oneri. Come ad esempio il formato ridotto delle allora canoniche cinquanta e cento lire, praticamente monete nate premature, e infatti abortite di lì a pochi anni per malcontento generale (si perdevano con un nonnulla). Oppure il conio di nuove monete dal valore preesistente ma dal nuovo formato, ancora cinquanta e cento lire, stavolta di dimensioni più umane, ma con molta meno personalità di quelle a cui erano destinate a sovrapporsi, e a me sostanzialmente antipatiche. Per non parlare della nascita della moneta da mille lire, quando oramai eravamo quasi a ridosso dell’euro. Bimetalliche, sul davanti lo stesso soggetto delle nuove cinquanta e cento lire di cui sopra, ma con una sfiziosa cartina geografica in rilievo sul retro, ancora una volta semplice e complesso, come le migliori sinfonie.
Buffo come la gente abbia occhi per guardare ma non li sfrutti, cogliendo solo un’impressione superficiale della realtà. Con le mie dita ho osservato mondi.
Photo
1 ora fa
Grazie di avermi tumblrato, Skiribilla! (L'ho visto solo adesso).
RispondiEliminaAdoro leggere di cose che mi sono totalmente ignote pur avendoci a che fare quotidianamente...se poi ci metti che è scritto bene!!! : )
RispondiEliminaL'ultima frase è appagante, veramente bella!!!
E' stato un piacere, Francesco: questo tuo pezzo mi è piaciuto molto, davvero.
RispondiEliminaGrazie davvero a entrambi!
RispondiEliminaho visto in due minuti passare come in un film, anni della mia vita.
RispondiEliminaIn effetti gli euro (al di là dalla novità iniziale e della ricerca delle monete provenienti da tutta europa) mi dicono poco.
splendido racconto!
@ Anonimo: Grazie mille!
RispondiEliminabel racconto,la salvezza e' forse guardare vicino.
RispondiElimina