Il comandante abbaia ordini, i topi squittiscono, e il coccodrillo?
Il coccodrillo come fa?
Non lo so, so solo che è in agguato, immerso nei liquami, e che me la sto facendo addosso dalla paura (almeno mi mimetizzerei con l’ambiente), ‘sti occhiali a infrarossi mi fanno venire alla mente brutti flash di videogiocate dove il cattivo/mostro di turno mi ammazzava allegramente da dove meno me l’aspettavo.
Grazie subconscio.
Cosa ha da urlare adesso?
Oh cazzo, l’altra squadra l’ha trovato.
Marciamo velocemente verso di loro, producendo tanti splish-splash melmosi, con relativi schizzi che mi sfiorano il viso, ma sono troppo ansioso per disgustarmi.
Sentiamo degli spari e delle urla (c’è anche una donna?). No, nessuna donna, ma dubito che avrei lanciato un urlo maschio e virile al suo posto. È stato dilaniato a morsi da fauci colossali e scaraventato contro una parete, non ne è rimasto molto.
Ci togliamo i visori notturni e accendiamo le lampade al magnesio, nella speranza che la bestia, abituata all’oscurità, non si avvicini.
Oddio.
Quando il mondo era filtrato di rosso, il sangue era praticamente invisibile, ma adesso, con la luce sparata dalle lampade, vedo i rivoli di sangue sulle pareti scure che risaltano in maniera irreale, come uno smalto dozzinale, e la pozza di sangue che si allarga dalla bambola di pezza tutta sfilacciata che era un mio compagno, con i topi che ci sguazzano come bagnanti, diretti verso di lui.
Questione di un attimo, e cinque o sei grossi ratti dal pelo ispido come setole d’acciaio si avventano su quel corpo già martoriato, cominciando a tirargli e strappargli tendini e muscoli, muovendolo come una marionetta epilettica, finché il capitano non spara un colpo diretto a poca distanza da quella scena da film splatter di serie zeta, causando un fuggi-fuggi squittente e risentito.
Cominciamo ad andare nel panico, uomini fatti e finiti che singhiozzano spauriti.
Non pensavamo di trovarlo davvero. Nemmeno chi ci ha assegnato questo incarico, probabilmente, anzi di certo. Cioè, dai, l’alligatore nelle fogne è una stronzata, come l’alieno di Roswell o, che so, i gatti rimpiccioliti e infilati dentro un barattolo.
Ma certo, cazzo, io non sono qui! Non sento la puzza di merda, l’odore acido dei miei compagni che vomitano a pochi passi da me, gli scongiuri a un Dio che solitamente bestemmiano, è tutto un cazzo di sogno! Non sto veramente battendo i denti, non sento nessuna morsa allo stomaco, sto dormendo nel mio letto, non sono in una fogna e soprattutto: non-c’è-nessun-co-cco-dri-llo. Mi metto a urlare a squarciagola il mio brillante ragionamento, osservato da tutti in silenzio, e continuo e continuo, finché non sento qualcosa di freddo sulla fronte. Freddo e metallico. Il click della sicura risuona nella canna della pistola.
Letture in breve #13
1 ora fa
...Wè caro!!
RispondiEliminaTi ho appena risposto al commento sul mio blog (leggi: "vedi mio blog"!!) e come lì promesso, eccomi subito linkato qui per commentarti queste ultime due creazioni...
...Quanto al Majokko, si tratta di un genere - nonchè di un termine - che ho in questo momento appreso!!
Di conseguenza, non sono in grado di darti un parere troppo specifico, anche se in generale, manco a me 'sto tema delle "streghette" mi sfagiola troppo...!!
Una cosa è certa! Nonostante qualche carenza da pre-corso dal punto di vista dell'organizzazione della storia e dei dialoghi, già s'intravedeva il DePaolis ironicamente acido - o acidamente ironico, per giocarla alla Neil Gaiman in Mr. Punch! - che saresti diventato!!
"La Caccia" è invece il trionfo delle lezioni del prof!
Una storia fatta di immagini vivide ed efficacemente visive (l'idea dei topi che muovono i tendini del cadavere facendolo sembrare una marionetta è semplicemente impressionante per quanto è vera e dettagliata! Per non parlare della descrizione delle fogne...Pareva anche a me di starci immerso!!) e con un tema pop come non mai, quale quello degli alligatori nelle saettelle (come chiamiamo le fogne a Napoli!)
Le uniche cose che mi hanno un po' stonato - ma assolutamente da prendersi come limite mio - sono
a) la narrazione in prima persona, laddove il protagonista alla fine muore (anche se tutto sommato è una cosa che ho visto fare spesso) e
b) la sensazione di non riuscire a capire bene se il coccodrillo alla fine c'era materialmente o se si trattava di qualche altro mostro, magari addirittura, esistente solo nella mente del protagonista (e qui forse sono io che voglio vederci Lovecraft ovunque...!)
...O forse sono semplicemente stanco!!
Sono anche le due di notte, qui...!
Perciò... Ci aggiorniamo a presto!
Bye...
@ Lollo:
RispondiEliminaSul finale de La caccia non hai tutti i torti, sarà che a rileggermi il racconto (è tipo di Luglio 2008)subito dopo Majokko 2.0, mi era sembrato molto più figo!
Comunque a breve smetto di spulciare l'hard disk e ricomincio a produrre, giusto il tempo di finire un nuovo articolo per un'altra fanzine (ovviamente appena lo pubblicano te lo comunico/spammo sul blog!).
Per la cronaca, subito dopo Majokko ho fatto quest'altro racconto:
http://zuppadivetro.blogspot.com/2007/12/il-vincente.html
Già meglio, se posso dirmelo da solo, tantè che è stato il primo post del blog!