-Sai cosa vuol dire essere pieni di sé?
-Avere tutte le interiora al proprio posto.
-Ehm. Andiamo avanti. Nutrirsi, ecco. Sai cosa vuol dire nutrirsi?
-Come dice la strappona della pubblicità, nutrisse vuol dì magnà.
-Vedi di fare poco lo spiritoso, sei in un mare di guai.
-Per lo scioglimento dei ghiacciai? Ma quando si sciolgono le tensioni sono in un mare agitato?
-Qui sono io che faccio le domande! Proseguiamo. Cosa ricordi della tua infanzia?
-I miei genitori erano divinità minori: mio padre è nato da un ape e un fiore ed era il protettore della floricoltura, mentre mia madre, nata da un cavolo, ovviamente era la protettrice degli agricoltori.
-Ovviamente. Perché “erano”? Sono morti?
-…
-E tu come saresti nato, ti ha portato la cicogna? No, no, non rispondermi, per carità, era una domanda retorica.
-C’è altro?
-No, puoi andare, per il momento.
-Non va. Decisamente non va.
-È solo un piccolo intoppo…
-E me lo chiami piccolo? L’ho interrogato per ore, non ha il minimo senso della realtà.
Con cosa l’avete fatto, avete usato dei calchi mentali di scarto?
-Veramente, non lo sappiamo. Come saprai, è un esperimento personale del creatore del progetto, che ormai… come dire…
-Si è rincoglionito, dillo pure, ha novantatre anni, come ti credi che saremo noi?
-Ma rimane un genio…
-Già, rimane un genio, per questo quello sciacallo del figlio lo fa ancora lavorare, tanto ai casini che fa ci pensiamo noi! Il vecchio cosa dice?
-Non si ricorda nemmeno di averlo creato.
-Perfetto. Davvero perfetto.
-E adesso che si fa?
-Io vado a casa, l’orario di lavoro è terminato.
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