Stralci di Futuri Distopici/1

Barbie Girl versione Rammstein a palla. Il chirurgo taglia taglia e taglia, disseziona il cadavere con mano esperta, toglie gli organi dal torace, aspira il cervello dal naso, inserisce le protesi al silicone nel seno, cioè, nelle mammelle, il seno è l’incavo tra le tette, proprio lui non può avere dei simili lapsus, lo Über-cyber-esteta più famoso, celebrato e osannato del pianeta. Inietta bio-cemento nelle ossa e nella massa muscolare, a cui aggiunge una generosa dose di conservanti alimentari e antiossidanti. Inserisce nel cranio, sempre tramite il naso, la futura bio-rete che andrà a collegarsi al sistema nervoso di quel corpo. Ha l’aspetto e la consistenza di una caccola (poi dicono che la nanotecnologia è affascinante). La inserisce più profondamente che può in una delle narici, poi risale da sola con dei piccoli spasmi gelatinosi fin su nel cranio, da cui sente provenire un lieve rumore acquoso. Intanto che il corpo viene cablato, procede con il tatuaggio sul volto. Disegna il logo che è la firma dei suoi lavori, “RomEros”, nato dalla fusione del cognome di un antico regista di film sugli zombie e dal termine eros, un vezzo che gli ha portato fortuna. Il tatuaggio è formato da cristalli liquidi, invisibili a occhio nudo se non opportunamente stimolati da una lieve corrente elettrica, cosa a cui penserà una piccola propaggine della nuova rete neurale se richiesto. Una volta finito il tatuaggio, spruzza su tutto il corpo una sostanza nanotech che assorbe le normali impurità ambientali e qualunque gas letale, dal nervino all’anidride carbonica (cosa molto gettonata in periodo di attentati), le quali impurità vanno a finire in una cavità metallica, ipercompressi e, una volta raggiunta la capienza massima, “vomitati” dal soggetto. Lo stato dell’arte della cultura bellica e della cybernecrofilia, ecco come erano definiti i suoi lavori, e a ragione!